Concertazione? Vedremo...

 
un momento dell'incontro nella sala consiliare
un momento dell'incontro nella sala consiliare

"L'incontro che c'è stato ieri sera tra la conferenza dei sindaci, con la partecipazione di sindacati ed associazioni di settore con il Direttore Generale dell'Asp di Crotone che ha avuto come unico punto l'atto aziendale proposto da quest'ultimo si è chiuso con una dichiarazione di apertura al dialogo da parte dello stesso Direttore" dichiara il sindaco Peppino Vallone
"Se tale volontà di concertazione appartenga alla realtà o sia solo di facciata saranno i fatti a dimostrarlo" aggiunge il sindaco
"Certo è che il nostro punto di vista non si sposta di un centimetro da quanto esposto sia nel sit in davanti all'Ospedale sia nel corso della conferenza dei sindaci: l'atto aziendale va approfondito ed a tale riguardo forniamo al Direttore Nostro alcune osservazioni che sintetizziamo in  un documento condiviso con il comitato di rappresentanza dell'assemblea dei sindaci composto dal sottoscritto e dai sindaci Salvatore Migale e Franco Parise e con le forze sindacali" conclude il sindaco.
Il testo del documento:
Le prospettive di cambiamento dell'offerta sanitaria si fondano su due esigenze apparentemente contraddittorie: assicurare il diritto alla salute prestando la dovuta attenzione ai bisogni del territorio nella incontrattabile difesa della parità di questo diritto con il resto del territorio regionale almeno nel loro aspetto minimale definito nei LEA, e le necessarie ed inevitabili azioni di riorganizzazione, razionalizzazione e riordino dei servizi socio-sanitari, dirette al contenimento della spesa ed al rientro dal debito accumulato.
L'Azienda Sanitaria ha rideterminato, nell'assenza di ogni comunicazione istituzionale, l'Atto Aziendale, strumento di autogoverno unico e propedeutico ad ogni azione sanitaria confermando pedissequamente, tranne poche modificazioni le  linee programmatiche del precedente Atto che l'Assemblea dei Sindaci aveva unanimemente respinto con argomentazioni così stringenti che hanno indicato all'Istituto Regionale la necessità di modificare la normativa.
Non possiamo neanche sottacere l'incomprensibile assenza di uno sforzo unitario con la frammentazione dell'azione politica, cosa che invece i Sindaci  hanno mostrato possibile ed utile per il superamento delle difficoltà: ciò favorirà gli obiettivi di ridimensionamentodi quanti stanno assumendo queste gravi decisioni in un colpevole silenzio ed in assenza di concertazione con i rappresentanti del territorio, siano esse le istituzioni locali, le parti sociali, le forze politiche e le categorie professionali interessate, nell'obiettivo ormai scoperto di concentrare in Calabria soltanto in tre poli l'offerta di qualità, in dispregio di ogni norma di tutela del diritto alla salute e di parità di ogni cittadino.
Pur in presenza di obiettivi criticabili e non condivisi del Piano Regionale anche in aree strategiche ed insiti nella stessa prassi della gestione commissariale, riteniamo possibile, nell'ambito dell'autonomia di governo e di gestione dell'ASP di Crotone, non solo limitare i danni per il territorio ma addirittura migliorare la risposta in termini di servizi alla sua legittima domanda di salute, imponendo un'azione più incisiva per: l'assistenza territoriale, la riqualificazione della rete ospedaliera, gli interventi sulla cronicità e la riabilitazione, la gestione del personale.
Pur prendendo atto delle modifiche intervenute, riteniamo che l'Atto Aziendale vada approfondito, nel rispetto delle esigenze del ripiano del debito sanitario regionale - cui per inciso questa ASP ha partecipato in maniera marginale - avendo come linea d'orientamento la condizione che fino ad oggi ha determinato il costituirsi dell'attuale realtà operativa attrraverso la risposta a bisogni reali e non indotti.
Ed in particolare segnaliamo le seguenti necessità:
Il mantenimento di tutte le U.O complesse per quelle specialità, allo stato attive, cui sono stati regionalmente assegnati posti letto: Malattie Infettive - Patologia Neonatale.
Il recupero di posti letto autonomi per le U.O. complesse, allo stato attive, la cui soppressione costituisce immotivata discriminazione rispetto ad altri territori regionali: Nefrologia e Patologia Neonatale.
Il mantenimento di aree di ricovero specifico, oltre la definizione di quelle in D.S., per le specialità chirurgiche, allo stato attive, che impedisca la completa dispersione delle notevoli competenze fin qui acquisite, segnatamente: Oculistica ed Otorinolaringoiatria.
La determinazione all'interno delle funzioni D.H. e D.S. di aree spefiche di competenza che rendano programmabili attività primarie, segnatamente: Oncologia, Oculistica, Otorinolaringoiatria.
L'uniformità di determinazione per tutte le aree specialistiche ospedaliere, allo stato attive, che non hanno dotazione di posti letto ed il loro mantenimento nelle attuali aree ospedaliere.
La immediata definizione delle U.O. nell'Area della Lungo-degenza e Riabilitazione.
La formalizzazione degli ambulatori specialistici allo stato attivi all'interno delle U.O
La ricontrattazione con il privato, in ricovero ordinario ed in D.H., di attività complementari alla struttura pubblica e la loro integrazione nel sistema dell'urgenza dell'Azienda.
La ridefinizione ed ampliamento delle prestazioni territoriali che rispondano a criteri di maggiore diffusione sul territorio, di totale rispetto dei LEA, dell'accettabilità dei tempi d'attesa.
Il drastico riequilibrio del rapporto nella determinazione delle strutture complesse tra la parte sanitaria e quelle tecniche ed amministrative, a favore delle prime.
La definizione della Pianta Organica Generale adeguato alle attività ed alla qualità delle prestazioni offerte  e che definisca il percorso ed i tempi per acquisire il lavoro necessario a tempo indeterminato, in maniera assoluta per le professioni sanitarie, con la totale eliminazione della precarietà e del ricorso alle prestazioni d'opera sotto ogni forma.
 

 
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