Monumento ad Armando Lucifero

Fig. 1. Monumento ad Armando Lucifero posto in P.zza A. Lucifero
Fig. 1. Monumento in piazza Armando Lucifero

Il monumento ad Armando Lucifero sorge attualmente nella piazza che prende il nome da questo illustre intellettuale crotonese (Fig.1).  Il busto fu donato alla città di Crotone da un Comitato costituitosi in Roma nel 1934, in onore del marchese scomparso da meno di un anno.
La statua, realizzata nel 1935 fu inizialmente collocata in Piazza Pitagora.  Tra gli anni 1988-90 si volle, per volere della famiglia, dare al monumento una nuova collocazione presso Piazza Messina. L'opera è stata realizzata  dallo scultore Francesco Jerace, che ha lasciata impressa nel marmo bianco dietro la spalla sinistra della statua, la firma e la data di esecuzione: FJerace 1935.
Il marchese è rappresentato a mezzo busto, con il capo leggermente inclinato a sinistra, chiuso nel suo cappotto e con la folta barba biforcata che lo caratterizzava. I tratti fisiognomici, resi con grande realismo e accuratezza, lasciano intendere grande vivacità intellettuale celata da uno sguardo severo ed austero. Anche in questo caso, come per il busto raffigurante Lucente, è evidente l'abilità di Jerace nello scolpire la materia, in particolare le pieghe del cappotto in modo da farne percepire la sensazione di morbidezza.
Nella parte inferiore del busto, non-finita, sono incise le parole: "MARCHESE ARMANDO LUCIFERO".  L'opera poggia su un alto piedistallo a base quadrata in marmo bianco, più chiaro rispetto alla parte sovrastante. Su ognuno dei quattro lati sono raffigurati in bassorilievo, entro tondi posti tra serti di alloro, alcune immagini, di qualità artistica inferiore rispetto al busto. Esse sono tratte da quelle incise sulle monete di bronzo della  antica Kroton, di cui il Marchese Lucifero fu un appassionato collezionista. Due di esse, il Tripode (Fig. 2) ed Eracle (Fig.  3) si rifanno alle origini mitiche di Crotone.
Le restanti, invece, rappresentano Atena dea della Sapienza, delle arti e della guerra, raffigurata secondo l'iconografia più diffusa che la vede indossare l'elmo corinzio sollevato sul viso e la testa di Eracle, coperta di pelle di leone e con spiga.  Il fusto del basamento presenta inoltre una lieve rastrematura verso il basso. Ogni lato si conclude con delle volute.
Attualmente è collocato su una piattaforma centrale che ha sostituito un manto erboso circondato da una ringhiera, presente fino a non molti anni fa. 
 
 
Testi di Alberta Cassano e Teresa De Meco - Ufficio Beni Culturali

Fig.2. Particolare con tripodeFig. 3. Particolare con Eracle
 
 
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