Uno scoglio non può arginare il mare

 

Il benvenuto del sindaco Vallone alla ministro Kyenge:
Signora ministro, la città di Crotone le porge il benvenuto.
Con la fantasia tipica di molti commentatori, tesa a ridurre semplicisticamente al minimo le cose, all'atto del suo insediamento si è voluto sottolineare che Lei è la prima ministro di colore della storia Repubblicana.
Sarà.
Noi, che siamo molto meno fantasiosi, preferiamo pensare che il ministero per l'Integrazione sia affidato ad una ministro competente.
Ecco, se proprio si voleva dare a tutti i costi una etichetta al suo ministero, si poteva usare una frase semplice ma allo stesso tempo compendiosa: per un dicastero delicato abbiamo una ministro brava e capace.
Magari aggiungendo, tra parentesi, un finalmente.
La letteratura del nostro paese tende spesso ad arricchirsi di stereotipi che poi danno la stura a polemiche ed, ancor peggio, ad offese becere che l'hanno toccata personalmente e, per le quali, le rinnovo la solidarietà di tutta la comunità crotonese.
Se si riduce tutto allo sguardo fugace, spesso infastidito, al colore della pelle e non si guarda all'uomo ed al suo legittimo diritto alla dignità, ci viene spontaneo affermare che chi le parla, chi è in questa sala, la comunità tutta di Crotone è di colore.
Anzi, come lei afferma con legittimo orgoglio: questa comunità è nera!
Lo sosteniamo proprio partendo dalla sua esperienza.
Signora ministro, guardando al suo operato, viene naturale pensare che lei sia una persona che ha ben chiara la missione della propria vita.
Le pietre che la colpiscono faranno senz'altro male ma la sua dirittura morale ed il voler diffondere un importante messaggio di pace sono ben più ampi della gittata di un'offesa.
La cultura dell'interazione ha bisogno di segnali importanti.
La sua presenza, nella nostra città, è un segnale forte che apprezziamo e del quale la ringraziamo.
Nel nostro tempo le parole straniero o immigrato richiamano, nell'immaginario collettivo, scenari dalle fosche tinte perché la semplicistica equazione clandestino - delinquente è entrata, purtroppo, nel patrimonio comune della nostra cultura.
E' importante, viceversa, come lei stessa ha avuto più volte occasione di ricordare, dare un significato reale alle parole.
Un clandestino, un immigrato, uno straniero è prima di tutto un uomo.
E' opportuno interrogarsi profondamente sul senso delle parole e riconoscere che l'intolleranza nasce soprattutto dalla non conoscenza.
Basta guardare gli occhi di questi splendidi bambini, che sono in questa sala, per cancellare tutte le ombre che la non conoscenza ha creato nel nostro paese.
L'interazione, la reale politica di convivenza tra diverse culture, ha bisogno di azioni concrete e di precise indicazioni circa la strada da percorrere.
Un segnale arriva anche dalla comunità di Crotone con l'adozione del regolamento per la concessione della cittadinanza simbolica a bambini nati da genitori stranieri, la cui odierna cerimonia di conferimento si arricchisce della sua presenza.
Accanto alla cultura della conoscenza e della tolleranza occorre però anche che si creino le condizioni affinché quello che si definisce "fenomeno" venga trasformato, come è giusto che sia, in "normalità, perché stiamo parliando di uomini.
Veda, signora ministro, solo nelle canzoni uno scoglio può arginare il mare.
In questa sala ci sono rappresentanti di associazioni del terzo settore, del mondo del cooperativismo, del volontariato che, ogni giorno, affrontano insieme agli enti locali la drammatica situazione che la massiccia migrazione e la carenza di servizi creano in città.
Lo stesso allarme lo confermano anche i sindaci della provincia dove il fenomeno si registra con la stessa costante drammaticità.
L'interazione è un processo che non può essere limitato ad un duello rusticano tra comuni e mondo del volontariato da una parte ed emergenza costante dall'altra.
Un duello impari per la difficoltà a garantire i servizi minimi con  l'aggravante di una normativa ormai superata in materia di immigrazione.
Signora ministro, lo dico non solo come rappresentante della comunità: fa male vedere in questa città donne ed uomini costretti a vivere in condizioni disumane per l'assenza di strutture in grado di accoglierli.
Fa male, ancora di più, questo lo dico soprattutto da amministratore, non avere a disposizione strumenti normativi e materiali che possano consentire di dare risposte.
In una comunità di sessantamila abitanti, in una provincia di centosettantamila, l'impatto quotidiano con migliaia di persone, non essendo supportato da servizi che possano garantire una adeguata seconda accoglienza, finisce per stritolare il già faticoso percorso di interazione.
Perdoni la franchezza signora ministro, ma non si può chiedere a istituzioni locali, alle associazioni, alla gente di Crotone di cantare e portare la croce allo stesso tempo.
Né allo stesso tempo non riconoscere a donne ed uomini provenienti da altri paesi il proprio diritto alla dignità personale.
Lo Stato non lo può permettere ed, ancor di più, l'Europa.
Abbiamo apprezzato le sue dichiarazioni rispetto alla necessità di un massiccio e integrale coinvolgimento dell'Unione Europea sul tema.
Così come salutiamo con grande favore la sua apertura rispetto al superamento della Bossi - Fini.
Sono passaggi fondamentali ed importanti sulla via di una reale politica di interazione.
Ci permettiamo aggiungere un altro passaggio, supportati anche dai numerosi contributi che sono arrivati dal mondo dell'associazionismo.
L'associazionismo reale, quello che tocca ed affronta con mano la realtà.
Quello che quando parla di un immigrato lo fa con cognizione di causa.
Perché un ulteriore ostacolo al processo di interazione è dovuto al fatto che si parla di immigrati anche senza mai averne visto uno da vicino o senza mai avere avuto occasione di conoscere la realtà di un territorio se non sporadicamente qualche volta, in televisione.
Partiamo, dunque, dal dato della criticità di Crotone e ci permettiamo, signora ministro, di proporlo come un elemento di forza e non di debolezza sul percorso dell'interazione.
Crotone si propone di diventare, per il suo ministero, un punto privilegiato, mi consenta il termine, di osservazione.
Un osservatorio permanente del ministero dell'Integrazione a Crotone supportato dall'esperienza locale, sia in termini di istituzioni che di associazionismo,  può diventare prezioso per mettere in campo azioni positive che possono, successivamente, essere mutuate su scala nazionale.
Lo chiediamo non per amore di campanile, ce ne guarderemmo bene, ma solo rispetto alla circostanza che questo territorio pur essendo piccolo presenta tutte le criticità di un fenomeno le cui proporzioni sono troppo ampie per le singole forze locali.
Le chiediamo, signora ministro, di aggiungere a quell'unico scoglio un argine più forte, in modo che si possa trasformare in una piccola isola ed in seguito, perché no, in una penisola e perfino in un continente.
Le rinnoviamo il ringraziamento per la sua presenza e, mentre ci prepariamo ad abbracciare dei nuovi crotonesi, le dichiariamo tutto il nostro affetto ed il nostro sostegno.
Crotone è orgogliosa di lei, signora ministro.
 

 
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