Milano avverte il disagio, e Crotone?

 
Il sindaco Pugliese
Il sindaco Pugliese

Il sindaco Ugo Pugliese ha scritto al presidente del Consiglio Matteo Renzi sul tema dell'immigrazione
Nella lettera indirizzata al premier si legge:
"Ho letto con attenzione e molto apprezzato l'intervento del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sul problema dell'immigrazione e soprattutto sui risvolti che questo fenomeno ha sui Comuni.
Dice bene Sala, quando sottolinea che l'immigrazione non è più un'emergenza ma una problematica, aggiungo io "ormai quotidiana", da gestire, così come fa bene il sindaco ad evidenziare ilf allimento della politica europea su questo versante, "un clamorosoe doppio fallimento europeo: non riesce a controllare i flussi in partenza  e non riesce a gestire qui le persone che arrivano".
L'intervento del sindaco Sala diventa ancora più interessante quando mette in evidenza le difficoltà delle amministrazioni comunali. L'accoglienza è ormai, utilizzando le stesse parole di Sala, un macigno sulle spalle della città.
E se il sindaco di Milano avverte il disagio, cosa dovrebbe fare quellodi Crotone?
La città paga a duro prezzo il suo posizionamento geografico.
I continui sbarchi, e soprattutto i ritorni in città per rinnovare i permessi di soggiorno, hanno messo in ginocchio il "welfare" crotonese. In una terra come la nostra dove la crisi economica si trasforma subito in crisi sociale, una situazione come quella che sta avvenendo rischia, da una parte, di far scoppiare la classica "guerra tra poveri!", visto l'inconsistenza dei contributi statali in materia, e dall'altra di mettere in crisi qualsiasi tentativo di sviluppo, soprattutto quello turistico.
L'accoglienza, se caricata solo sulle spalle degli enti locali, sta diventando un servizio quasi impossibile da svolgere.
Un insieme di codici e cavilliche imbrigliano qualsiasi attività dell'ente comunale, ma soprattutto che limitano qualsiasi politica di integrazione.
Il Comune, in questa vicenda, avverte solo il peso sociale ed economicodella gestione.
Lecittà sono state lasciate sole in prima fila dovendo gestire un fenomeno che è molto più grande della capacità amministrativa del singolo comune.
Vedere arrivare nei nostri porti e sulle nostre coste questi disperati, guardare negli occhi la "fame di futuro" di questa gente ci spinge a fare di tutto per poterli accogliere al meglio, ci obbliga moralmente a porgere loro una mano, ma vogliamo e dobbiamo essere messi in grado, proprio dal Governo, di poter riuscire a fare tutto il possibile senza per questo far sentire la nostra gente messa daparte o addirittura abbandonata.
E' oggettivamente quasi impossibile continuare così, ed ecco perché ho voluto scrivere direttamente a Lei, sig. Presidente, che, proprio in questi giorni, sta aspramente criticando le politiche europee in materia di immigrazione e che anche nel recente vertice di Bratisalva non hanno affrontato adeguatamente il problema.
Nello stesso tempo chiediamo e sollecitiamo il governo nazionale a dare vita alla creazione di un soggetto unico che unisca tutti i tasselli che compongono il puzzle delle politiche d'accoglienza.
Sarebbe questo un primo e significativo segnale da tempo auspicato e atteso"


 
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