Mura bizantine

 

 ll sito
Un breve tratto di una poderosa cinta muraria,  datata alla metà del VI secolo d. C. , è stato scoperto nel 1997 dopo la rimozione delle macerie di un edificio della fine '800  noto come casa "Cantafaro e Cammeriere" , distrutto da un bombardamento nel 1942. Nel corso del dopoguerra sono stati demoliti i filari superiori della porzione settentrionale della struttura muraria per facilitare l'accesso dalla strada principale al retrostante Vico Cammariere;  analogamente, tra età moderna e contemporanea, è stato realizzato un varco nella cinta muraria, allo scopo di consentirne l'attraversamento.

Crotone nel 1975
Crotone nel 1975
 
 

Le fonti
La cortina muraria fu costruita per difendere la città dagli assalti dei Goti, nelle fasi finali della guerra che li vide contendere con i Bizantini, guidati allora dall' imperatore Giustiniano, il controllo della Penisola. Come racconta Procopio di Cesarea (C. goth. III, 28; IV, 25) nel 547 la città era priva di strutture di difesa; nel 552 si ritiene, invece, che la costruzione fosse già avvenuta dato che le truppe bizantine vi resistettero per vari mesi all'assedio dei Goti.

 
 
Tecnica muraria
Tecnica muraria

La tecnica muraria
Il circuito murario fu realizzato secondo una tecnica di tradizione romana, con un nucleo  cementizio di pietre e malta racchiuso fra due paramenti (muri) di filari orizzontali di blocchi parallelepipedi di calcarenite locale.
Tali blocchi, presumibilmente di reimpiego da resti di età greca, sono posti di testa e di taglio, per ancorarsi meglio al nucleo interno, su letti di malta bianca e con frammenti di laterizio utilizzati come zeppe.

 
 
 
Cinta muraria evidenziata in giallo
Cinta muraria evidenziata in giallo

Le mura e le sovrapposizioni successive
I tre filari di blocchi evidenziati,e alcuni blocchi del quarto filare, costituiscono la parte visibile della cinta muraria più antica che proseguiva probabilmente sotto il complesso monastico di Santa Chiara. La struttura è sormontata da murature più recenti, caratterizzate dalla presenza di fori pontai, di fattura più rozza e spessore ridotto,  funzionali ad un uso abitativo.  

 
 
 

Il Kastron bizantino 
Scavi archeologici condotti dalla Soprintendenza Archeologia della Calabria hanno consentito di riscostruire parte della sequenza insediativa di questo settore del centro storico di Crotone, caratterizzato dalla presenza dei resti attribuiti al circuito murario del kastron (cittadella fortificata) bizantino,inglobato tra età moderna e contemporanea all'interno del tessuto abitativo della città.Il kastron, sede del vescovo e dell'amministrazione  pubblica, veniva edificato per proteggere abitanti e rappresentanti del potere ma anche per le popolazioni rurali che vi si rifugiavano in caso di pericolo; esso racchiudeva al suo interno abitazioni, chiese e aree cimiteriali.

 
 

L'età alto-medievale
Gli scavi archeologici, concentratisi principalmente lungo la porzione meridionale della cinta muraria, sul versante rivolto verso la città, hanno permesso di metterne in luce il paramento interno, caratterizzato da una tecnica muraria analoga a quella leggibile su quello esterno, sebbene meno accurata, e di ricostruirne l'ampiezza originaria (circa quattro metri), ridotta in epoca imprecisata, nella parte superiore, a circa due metri.  Una datazione all'alto Medioevo, ma successiva all'età giustinianea (527-565 d.C .), è stata ipotizzata anche per la muratura poggiata sulla parte rasata della struttura di fortificazione, all'estremità orientale del versante Nord; caratterizzata da una tessitura irregolare, essa affianca materiali lapidei, in parte di reimpiego, diversi per natura, forma e dimensione, e spezzoni di laterizio come zeppe.

 
 
Veduta assonometrica del sito indagato
Veduta assonometrica del sito indagato

Gli interventi di scavo e di
valorizzazione (1997; 2016)


L'area era stata già parzialmente indagata nel 1997, quando nel corso di un primo intervento di riqualificazione del sito, si decise di lasciare in situ alcuni lacerti murari dell'edificio bombardato nel 1942, quali il portale aperto su Corso Vittorio Emanuele-Via Risorgimento o le strutture ancora visibili a ridosso di Vico Cammariere, e di demolirne in parte altre. Nel 2016, nell'ambito delle attività di valorizzazione e restauro conservativo del progetto "Arkeo-Urbe", sono stati effettuati alcuni approfondimenti d'indagine, allo scopo di verificare le ipotesi interpretative in precedenza proposte. 

 
 
 

L'età moderna e contemporanea
Alle fasi d'uso dell'edificio residenziale degli anni '40 del secolo scorso, la cui costruzione si colloca tra fine '800 e i primi del 900, rimandano, inoltre, una serie di evidenze che si impiantarono sulla porzione demolita della metà interna del circuito murario:  la fodera muraria e lo strato d'intonaco biancastro, presente anche su piccole porzioni del paramento esterno, che rivestono la superficie interna del muro di cinta, non più utilizzato a scopo difensivo;  un piano pavimentale in ciottoli, relativo o ad un'area aperta all'interno del complesso residenziale o ad un vano di servizio, definito a Nord da un muro in pietre e ciottoli, conservatosi solo a livello di fondazione, e a Sud da una struttura muraria in pietre di varia forma e dimensione e pochi laterizi, legati da malta compatta e disposti senza un apparente ordine di realizzazione e di impiego;  una piccola cisterna, realizzata in ciottoli e rivestita da malta di colore biancastro.  Sul fronte esterno città, strutture murarie posteriori, realizzate presumibilmente tra XVII e inizio XX secolo, e vani sotterranei d'incerta funzione, obliterarono quasi del tutto il muro di cinta; su tali setti murari fu poi appoggiata la scala che dall'atrio interno dell'edificio residenziale conduceva al piano superiore.

Foto dall'alto dell'area delle 'mura bizantine' con evidenziati murature, vani interni e pertinenze esterne dell'abitazione in uso negli anni '40.  La prosecuzione a Nord del muro di cinta è stata segnalata con blocchetti di tufo.
Foto dall'alto dell'area delle 'mura bizantine' con evidenziati murature, vani interni e pertinenze esterne dell'abitazione in uso negli anni '40. La prosecuzione a Nord del muro di cinta è stata segnalata con blocchetti di tufo.
 

Elaborazione dell'ufficio:Centro Elaborazioni Dati (CED)
Fonte: Settore Storia e Beni Culturali
Data ultimo aggiornamento 8 Agosto 2017
Revisionato da Alessandra Vrenna
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