No ad un'altra discarica

 
Il Sindaco Vallone
Il Sindaco Vallone

In vista della riunione ministeriale, in sede di conferenza di servizi, prevista per la terza decade di luglio sul progetto di bonifica dell'area industriale crotonese, il Comune sta lavorando alla condivisione piena con gli altri enti territoriali sulla richiesta di non considerare più essenziale il requisito della realizzazione di una discarica di rifiuti speciali da un milione di metri cubi, già posta come condizione per gli interventi di bonifica. "Si tratterebbe di una cosa inutile e dannosa per il territorio", spiega il sindaco della città, Peppino Vallone, facendo riferimento soprattutto al fatto che nel territorio esiste già una discarica privata di tali dimensioni che, anziché rimanere aperta "ai rifiuti di mezza Europa" potrebbe servire a chi la bonifica la deve fare. Ciò, per Vallone, consentirebbe di raggiungere un doppio risultato: da un lato accorciare i tempi (già abbastanza lunghi) della bonifica, e dall'altro scongiurerebbe la corsa alla discarica che il profumo, si fa per dire, del business ha già alimentato in diversi soggetti, che hanno chiesto autorizzazioni per discariche che, se realizzate, di metri cubi di rifiuti speciali ne potrebbero "lavorare" dieci milioni. Richieste di fronte alle quali, aggiunge il sindaco, considerando che si tratterebbe solo di trasformare il territorio in una enorme discarica, e che tutto questo non sarebbe in alcun modo utile alla bonifica, "abbiamo deciso di bloccare tutto". La considerazione di Vallone è che Syndial (gruppo Eni), che deve eseguire la bonifica del sito ex Pertusola, possa accordarsi con il privato (Sovreco) proprietario della discarica già in esercizio, riuscendo in tal modo a rendere superflua la realizzazione della nuova discarica da un milione di metri cubi, circostanza certamente benefica per il territorio.
Pare che anche Syndial si sia convinta della bontà dell'operazione e sarebbero stati già avviati contatti con l'imprenditore proprietario della discarica crotonese.
L'altra questione aperta, su cui, secondo quanto riferito da Vallone, si stanno facendo in questi giorni approfondimenti tecnici, riguarda le due discariche esistenti a pochi metri dal mare (un altro milione di metri cubi di materiale), nell'area prospiciente gli stabilimenti. Pur essendo messe in sicurezza, il timore è che gli accorgimenti adottati non evitino ulteriori contaminazioni delle acque, per cui si sta valutando se sia sicuro, sul fronte ambientale, procedere a realizzare dei sarcofaghi in cui ingabbiare le sostanze inquinanti e su cui realizzare delle nuove banchine ad utilizzo portuale. Se così fosse, sottolinea Vallone, si creerebbero altre infrastrutture portuali e si risolverebbe il problema inquinamento. C'è di più: "Stiamo ragionando in questi giorni - prosegue il sindaco - sulla destinazione da assegnare alle aree una volta bonificate; stiamo redigendo il Piano strutturale, per cui, anche sul piano urbanistico, ci troviamo nelle condizioni di rimodulare le destinazioni, tenendo conto che il nostro orientamento è quello di mantenere comunque una destinazione attinente ai servizi turistici, o comunque per servizi legali alle attività del porto turistico e commerciale che è nostra intenzione rilanciare in misura significativa".
Per la messa in sicurezza relativa all'inquinamento della falda acquifera, Syndial ha attivato una decina dei pozzi previsti per la cosiddetta barriera idraulica (è stata avviata la realizzazione di altri 23), che servono a prelevare l'acqua in profondità (dove è certa la presenza di inquinamento da metalli pesanti), evitando contaminazioni del mare, e a convogliarla al depuratore del Nucleo industriale. Dopo due anni saranno effettuate delle verifiche per testare la funzionalità del sistema, sulla base delle quali si deciderà se affiancare anche la cosiddetta barriera fisica, cioè un muro sotterraneo che  e impedisca all'acqua di falda di filtrare  verso il mare.
Fonte: Il Quotidiano

 
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